Ore 18.27 di questo pomeriggio che profuma di fiori e primavera.
Distesa sulla sdraio nella veranda di casa osservo la grande betulla all’angolo del giardino che volteggia verso il cielo con i suoi grandi rami.
Penso a quanta pace e serenità possa assaporare questa splendida betulla stando cosi vicina al cielo e cerco di udire tutte le parole che esso gli sussurra.
O meglio non le parole ma le emozioni, i brividi, i sussurri… tutto quello che risuona con amore da questo gigante azzurro che non mostra mai limiti e confini
Sono sempre più consapevole che quando ascolto il cielo e tutti i suoi abitanti mi sento abbracciata da un’amore unico e indescrivibile.
Mi sento accolta… che bellissima parola accoglienza… è un’apertura: ciò che così viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare in se stessi… e sempre più desidero accogliere solo ció che puo generare amore al prossimo.
Quell’amore e quella bellezza che si percepisce solo attraverso quel filo sottile che ci porta nel cielo.
E quella bellezza e purezza che solo certe persone e certi momenti riescono a trasmetterti
Tutto questo mi porta ad aver voglia di riascoltare e rivivere le emozioni e la commozione che ho percepito qualche giorno fa nel mio studio quando mi aspettavo di incontrare la Signora “M” mentre nella sala d’attesa ho trovato il figlio che mi attendeva.
Dopo averlo salutato gentilmente ricordo di avergli detto che mi aspettavo di trovare la sua mamma nella sala d’aspetto e lui con un filo di voce e con molta emozione mi racconta che la sua cara mamma è trapassata solo da due settimane e che ha deciso di presentarsi lui all’appuntamento per dirmi che la cara Signora “M” teneva tantissimo asd esserci a questo incontro e che parlava spessissimo dei nostri precedenti incontri con gratitudine e amore.
Una volta fatto accomodare il gentile Signore la sua mamma si è manifestata immediatamente con moltissima forza portando il suo nome “M” in pochissimi secondi mi viene suggerito all’orecchio in un frammento di secondo colmo di emozione il nome “Giuseppe” e il figlio con le lacrime agli occhi mi conferma essere il marito della mamma trapassato qualche anno prima.
Tra le tantissime evidenze, colori, parole ed emozioni la Signora “M” mi permette anche di percepire che presto i suoi cari porteranno la sua urna nella tomba di famiglia in un paesino vicino ad Assisi.
In quegli attimi vedo ulivi, distese e colline verdissime… sento i profumi della Toscana, dell’Umbria… vedo una casa in collina appartenuta alla famiglia.
Sento la forza e il carisma della Signora “M” nel farmi sentire la sua terra di origine e tutta la forza con cui ha lottato per tutta la malattia che sembrava la portasse via in pochi mesi e invece lei è riuscita a lottare e a vivere con grandissima energia e forza per altri sei anni.
Il figlio tanto rincuorato dalla mamma si commuove e mi mostra una fotografia della cara Signora.
Guardando l’immagine riconosco la Signora… è come l’avevo vista qualche secondo prima a fianco del figlio… occhi chiari molto belli, capelli biondi ben curati, fisico minuto e un vestito color pastello con piccoli dettagli.
In un istante capisco come gli incontri con certe persone ti lasciano quel qualcosa in più, quell’emozione, quel piccolo segno indelebile nell’anima.
A volte basta un solo incontro con una persona per percepire che quell’anima ti ha donato al cuore quella piccola stellina che non tutti appartengono
Lentamente congediamo la Signora “M” con tanta gioia e commozione.
Nei minuti successivi il nostro incontro riesco ancora a percepire le emozioni, le vibrazioni e i colori nel mio studio di questo mondo parallelo
cosi colmo di amore.
La mia sensibilità e il mio cuore mi permettono di arrivare sino a lassù dove tutto è purezza, bellezza…. dove la cattiveria e ipocrisia non posso giungere perché fermate dall’amore
Cosi penso a quanto avrei desiderato rivedere ancora una volta la Signora “M” un’ultima volta… per rincuorarla, per dirgli che suo marito Giuseppe era li ad attenderla… che l’amore di questo mondo parallelo l’attendeva con una grandissima luce per alleviarli tutti i dolori che la malattia li aveva recato sul suo minuto fisico.
Non ce l’ho fatta.. lei è partita quindici giorni prima del nostro appuntamento… ma oggi credo che sia stata proprio lei a scegliere cosi per fare in modo che all’ incontro arrivasse suo figlio e lei potesse dirgli : “figlio mio sono qui e per sempre sarò con te… ricorda, al di la dell’azzurro del cielo c’e un grandissimo amore che ci attende”.
Grazie cara ”M” per aver permesso anche a me di salutarti e ricorda ci sarà per sempre nel mio cuore un posto per te
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